TV2000 – Quando a visitarci sono i nostri telespettatori (di DINO BOFFO)

dino boffo.jpgCari Amici,

Quando la Televisione è nata, la prima domanda che si facevano le persone era: qual è il posto migliore in cui collocare il Televisore, dentro le nostre case? Poco per volta, i televisori hanno occupato ogni stanza e la Televisione ha pervaso il mondo.

Quando la Televisione è nata, i bambini si mettevano dietro l’apparecchio, aspettando che i personaggi che apparivano in bianco e nero si materializzassero nel salotto buono. I più intraprendenti ed esibizionisti speravano che un giorno avrebbero avuto le telecamere tutte per loro ed uno spazio che li rendesse riconoscibili, se non famosi per un attimo almeno.

Dalla nascita delle tv locali in poi, il processo inarrestabile della “gente comune in tv”, sulla scia di quella che venne definita la stagione della tv verità ha portato in Tv milioni di persone: a raccontare la propria vicenda, a proclamare pubblicamente il loro amore, a chiedere perdono, a implorare un cambiamento radicale – fisico o interiore- , a presentare un’invenzione, a vincere scommesse impossibili, a tentare la sorte, a dimostrare la propria cultura, a misurarsi in un talent, ad affrontare il giudizio del pubblico, a dirimere una questione legale di fronte a un giudice imparziale, a cercare una persona scomparsa, a mostrare una somiglianza che lascia stupiti.

Ci siamo chiesti se c’era un altro modo di essere ospitali. Se la familiarità diversa che la Tv ha creato nel tempo con lo spettatori potesse portare ad un rapporto più profondo con il pubblico stesso. In questi anni abbiamo consolidato la sensazione che la vera vocazione della nostra emittente è l’essere una TV DI ASCOLTO. Che ascolta chi incontra e induce chi la guarda ad una sorta di empatia, di vicinanza profonda con le storie e le vicende di quanti appaiono nei nostri programmi. Ci siamo avvicinati al nostro pubblico creando, soprattutto nell’ultimo anno, una sorta di piattaforma girevole per cui chi ci guarda è contemporaneamente spettatore, interlocutore telefonico e, qualche volta, protagonista in scena. Chi interviene nei nostri programmi, ed in particolare nella trasmissione di flusso che ci caratterizza, Nel cuore dei giorni, non cerca qualcosa in particolare.

Certamente non la visibilità fine a se stessa o la popolarità a breve termine. Qualche tempo fa abbiamo detto che il salotto buono che è dentro la Tv (dentro il programma, ma anche dentro la sede della nostra emittente) è sempre a disposizione di chi ci guarda. Succede spesso che qualche spettatore ne approfitti e ci venga a trovare, senza preavviso, come si improvvisa la visita ad un amico. Ieri è stata la volta della famiglia Gotti, di Presezzo, in provincia di Bergamo.

La signora Gabriella ed il marito erano a Roma per salutare il figlio, che lavora nella capitale da molti anni. Si sono ricordati del nostro invito e si sono presentati alla portineria di Via Aurelia. È stato un incontro simpaticissimo, caldo, spontaneo. La signora aveva preparato dei sacchetti di lana di vari colori con la lavanda dei suoi campi, dei barattoli di marmellata per Virginia e padre Domenico, dei calzettoni fatti a maglia, che ha regalato ad un nostro redattore.

Un trucco veloce e poi l’intera famiglia è andata in onda per qualche minuto nello spazio Rosso del Cuore dei giorni. Portando la sua genuinità, la sua verità. Gabriella segue i nostri programmi e li racconta al marito, quando ritorna dai suoi impegni di lavoro, così entrambi si sono sentiti dentro ad una Tv che è a sua volta nel loro cuore. Nella settimana che ci premia con ascolti da record è questo il premio migliore del nostro lavoro.

Si chiude un cerchio, simbolicamente, e si apre una frontiera che unisce, magicamente, la comunicazione di massa – quale è la tv – con quella interpersonale. Quando suoniamo al citofono di casa spesso a chi ci chiede “Chi è?” rispondiamo “Io”. Sarebbe bello che ognuno dei nostri spettatori sentisse la stessa familiarità con noi e dicesse idealmente sono io quando ci chiama o ci viene a trovare.

Pur non dimenticandoci che siamo tv e quindi dobbiamo raggiungere il più vasto pubblico possibile. Rimanendo noi stessi. Lasciandoci, la famiglia Gotti ci ha detto che è stata un’esperienza emozionante perché ha trovato la conferma di ciò che pensava: che siamo una Televisione Vera.

Chi ci guarda ci aiuta ad esserlo. Essere veri come i nostri spettatori è la nostra ambizione più grande. Un traguardo da raggiungere ed un nuovo punto di partenza.

Dino Boffo

TV2000 – Quando a visitarci sono i nostri telespettatori (di DINO BOFFO)ultima modifica: 2012-10-13T08:54:00+02:00da dematteiscosimo
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