Vasco Rossi tra droga e psicofarmaci, ospedali e vita spericolata

Ho naturalmente una mia opinione sul cantante modenese Vasco Rossi: e riguardo i “messaggi” contenuti nei suoi brani e gli effetti sui suoi numerosissimi fans. Ma, per il momento, me le tengo per me. Intanto offro ai miei lettori (a proposito: GRAZIE! SIETE SEMPRE PIU NUMEROSI!) queste considerazioni non mie ma di Danilo Quinto apparse oggi sul Quotidiano online “La Bussola” (http://www.labussolaquotidiana.it/ita/home.htm )

 

 

«Chi-mi-ca pisce è bravo», scrive Vasco Rossi sulla sua pagina di facebook, annunciando che «assumo (da tempo) un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro, studiato da un equipe di medici che mi mantiene in questo ‘equilibrio’ accettabile».

 Il messaggio è rivolto ai giovani suoi fans, per far loro conoscere direttamente le ragioni del suo ricovero in ospedale. «Se sono vivo – aggiunge – lo devo a loro e a tutta questa valanga di chimica che assumo. Non avrei superato tutte le consapevolezze le sofferenze e la profonda depressione nella quale ero sprofondato nel 2001».

In molti, nei giorni scorsi, hanno esaltato questo messaggio. Ad esempio, il professor Giovanni De Plato, che insegna Psichiatria all’Università di Bologna, ha commentato così a Repubblica: «Vasco Rossi ha lanciato un messaggio dal forte contenuto pedagogico ed educativo. Molte persone colpite da questo tipo di disturbi si vergognano a dirlo. Spesso si sentono sole, emarginate e faticano a rivolgersi ai servizi pubblici. Il fatto che una rockstar abbia esternato quelle emozioni, serve da esempio».

Se si tratta di un «messaggio di forte contenuto pedagogico ed educativo», allora vuol dire davvero che invece di stare su questa terra, a volte è come se vivessimo sulla luna, perché davvero lunari ci sembrano questo tipo di considerazioni rispetto alle parole di Vasco Rossi, che passa dall’esaltazione della droga a quella dei cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro. Per i giovani e i giovanissimi suoi fans e per coloro che leggono queste frasi, attraverso i mezzi di comunicazione che le amplificano, si tratta di un messaggio devastante, che  ripropone – in una versione riveduta e corretta, i tempi cambiano – l’esaltazione della cultura dello “sballo”, quella già descritta in tante sue canzoni ed in una particolare in Vita spericolata: «Voglio una vita maleducata/Di quelle vite fatte fatte così/Voglio una vita che se ne frega/Che se ne frega di tutto sì/Voglio una vita che non è mai tardi/Di quelle che non dormi mai/Voglio una vita di quelle che non si sa mai/E poi ci troveremo come le stars/A bere del whisky al Roxy Bar/O forse non ci incontreremo mai/Ognuno a rincorrere i suoi guai/Ognuno col suo viaggio ognuno diverso/E ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi».

Dal “viaggio” con droga, si passa al “viaggio” con i farmaci. C’è un fatto, però. I 120 milioni di ansiolitici ed ipnotici che vengono venduti ogni anno in Italia, non sono frutto del caso. Si aggiungono alla piaga delle droghe (l’ecstasy, le colle, le sostanze chimiche inalanti, la cocaina, che 7,5 milioni di giovani europei ammettono di aver usato almeno una volta) e presto le soppianteranno. E’ un fenomeno già in larga parte avvenuto negli Stati Uniti, dove da più fonti si apprende che l’utilizzo di antidolorifici, stimolanti, sedativi e tranquillanti, ha superato quello delle droghe illegali e dove il Comitato Internazionale per il controllo dei narcotici, lancia allarmi rispetto all’abuso dei farmaci.

I farmaci sono anche contraffati e dell’affare se ne occupano le organizzazioni criminali, che in base ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità gestirebbero un traffico di farmaci  pari a 23 miliardi di euro – il 10 per cento del totale delle vendite mondiali, con punte del 50% nei paesi in via di sviluppo – causando mezzo milioni di morti l’anno.

Internet è il mezzo di diffusione e acquisto principale per questi falsi: secondo l’Oms, più del 50 per cento dei farmaci acquistati sul web, su siti che non rivelano la propria sede fisica, è contraffatto. In Europa, e anche in Italia, si assiste a una distribuzione incontrollata di benzodiazepine o di barbiturici, seguiti dalle sostanze anoressanti. La classifica dei farmaci più venduti on line vede in testa gli antidolorifici, seguiti dai tranquillanti, dagli anoressanti e infine dagli stimolanti.

L’abuso dei farmaci riguarda anche i bambini. Basta andare a leggere l’homepage del sito www.giulemanidaibambini.org. Sono 11 milioni negli Stati Uniti i minori che ogni anno utilizzano farmaci psicoattivi (per tutte le patologie); 20.000.000, il numero di ricette compilate in USA ogni anno per la somministrazione dei soli psicofarmaci di tipo stimolante ai bambini; 10%, la percentuale della popolazione infantile USA che soffrirebbe dell’ADHD, Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione; 27% – 6%, la differente incidenza percentuale dei disturbi del comportamento in USA rispettivamente nei minori delle classi sociali a basso reddito e nei minori delle classi sociali agiate; 2,1 miliardi di dollari, il giro d’affari per la vendita di psicofarmaci stimolanti per bambini nei soli Stati Uniti; 100%, l’incremento del consumo di psicofarmaci per l’iperattività in oltre 50 paesi, tra i quali Belgio, Germania, Inghilterra, Olanda, Islanda, Irlanda, Norvegia e Spagna.

 

I maestri alla Vasco Rossi, esaltati dalla cultura edonistica dominante, che inganna tutti, distorcendo la percezione reale dei problemi, dovrebbero diffondere questi dati, magari utilizzando la loro pagina di internet. Questo significherebbe compiere un atto laico di contenuto “pedagogico ed educativo”. 

 

 

 

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Vasco Rossi tra droga e psicofarmaci, ospedali e vita spericolataultima modifica: 2011-08-10T12:55:00+02:00da dematteiscosimo
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4 pensieri su “Vasco Rossi tra droga e psicofarmaci, ospedali e vita spericolata

  1. Inizialmente, quando nei titoli del TG1 hanno annunciato che Vasco Rossi soffriva di depressione ed era guarito grazie ai farmaci ero d’accordo con il Prof. De Plato. “Finalmente qualche personaggio famoso che parla di una malattia terribile ed invita le persone che ne soffrono a curarsi”, ho pensato. Poi, entrando nello specifico, ho trovato il messaggio demenziale: parlare di valanga chimica fa l’effetto del tossico e può essere molto fuorviante.
    Però consentitemi di dire che è fuorviante anche questo articolo.
    Probabilmente è vero che c’è un consumo abnorme di ansiolitici ed antidepresivi però è altrettanto vero che sono strumenti utilissimi per certi tipi di patologie e descrivere chi ne fa uso come dei tossici che hanno sviluppato ansia e depressione in seguito a “vite spericolate” è offensivo nei confronti dei malati e soprattutto falso.
    L’ansia e la depressione sono malattie e sottolineo malattie, complesse, difficili da diagnosticare e da curare e per questo servirebbe un’informazione adeguata e approfondita, che tratti l’argomento in tutte le sue sfumature e fatta da specialisti.
    La depressione non è “il male di vivere”, che più o meno tutti attraversiamo in certe fasi della vita, ma uno stato invalidante, che rende la vita di chi ne soffe un inferno e nei casi più gravi può condurre alla morte. Da cinquant’anni sono stati scoperti dei farmaci che non sono miracolosi, non sempre funzionano, ma, nei casi meno gravi hanno consentito la guarigione da questa patologia. Lungi da me suggerire l’idea di utilizzarli quando si è un po’ giù di morale, ma avendo sofferto, per fortuna in modo leggero di depressione, so di cosa si parla e sono stufa di leggere frasi come “pillolina della felicità”, “cultura dello sballo”quando si parla di antidepressivi, oppure, peggio ancora, che certe malattie sono solo invenzioni delle case farmaceutiche per fare profitti drogando la gente. E soprattutto sono stufa di sentire rockstar, preti, scrittori e giornalisti sparare cretinate su questi argomenti a livello nazionale, prima Morgan e adesso Vasco.
    Siamo seri: chi ha esperienza e competenza di questi problemi parli e gli altri si astengano, per favore.

  2. Confesso che
    -pur avendo letto e RI-letto-
    non riesco a capire il senso del tuo commento.

    Davvero.

    Di chiaro c’è solo questo: “Siamo seri: chi ha esperienza e competenza di questi problemi parli e gli altri si astengano, per favore.” che è un invito a tacere o giù di lì.

    Ed invece
    mi dai l’occasione per ribadire
    quanto da anni sostengo:
    vasco rossi è stato ed è un cattivo maestro
    di intere generazioni.

    Questo suo triste declino psicofisico
    dovrebbe far riflettere
    i suoi tantissimi fans.

    La “vita spericolata”
    ti porta in ospedale.
    Come minimo.

    Speriamo solo che si converta
    in tempo.

  3. L’aumento del “consumo” di droghe
    -tutte PERICOLOSE, nessuna esclusa-
    è un fatto.

    Così come il proliferare del c.d. “mercato”
    che è DOPPIAMENTE condannabile:
    vende morte
    ed è illegale.

    C’è senza dubbio una qualche relazione fra droga e certa musica e/o certi gruppi e/o cantanti. In questo caso parliamo di un cantante che non ha mai fatto mistero di ciò.

    Parentesi: di recente mi è parso d’aver sentito una dichiarazione davvero sconvolgente da parte del “blasco”. Avrebbe contestato la legge che punisce la guida di automezzi in stato di ebbrezza. Ha detto, piu o meno, che ognuno è libero di poter guidare pure ubriaco fradicio.

    Ognuno pensi e rifletta.

    Tornando al discorso di Salvatore: naturalmente vi sono mille cause e concause -oltre al discorso della musica- al dilagare dell’uso ed abuso di droga.

    Io penso che, in ultima analisi, è un discorso prettamente EDUCATIVO.

    Un saluto e grazie per il tuo commento.

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