dici di essere cattolico? Ed allora devi essere coerente.

nota dottrinale - cattolici e politicaSovente si sente il fastidioso refrain “la Chiesa non deve entrare in politica“. Che, in un certo senso, non solo è giusto ma è persino una ovvietà. Evidente, lo sappiamo bene, che molto spesso questa frase nasconde altre cose e, spesso, astio e malafede.

Ebbene: io ritengo che il cittadino-elettore-cattolico ha il diritto di conoscere (o, quantomeno, di chiedere) la posizione di un uomo politico (o anche di un semplice candidato del più sperduto consiglio comunale: il discorso è esattamento lo stesso) rispetto ad alcune questioni che gli stanno particolarmente a cuore. Di più: trattasi di questioni non negoziabili. Che sia il premier o uno sconosciuto assessore io, cattolico, ho la necessità di sapere in modo chiaro e non ambiguo la posizione su tali principi.

Se poi costui “mi chiede” il voto (non direttamente ma attraverso il suo semplice candidarsi) allora io ho la necessità (di più: è un vero e proprio dovere che un cristiano non può esimersi dal compiere) di conoscere se lui, personalmente, è favorevole o no all’aborto. Io debbo saperlo. E se tu non me lo dici sono problemi tuoi: nel dubbio io non voterei mai un abortista.

E questo vale per l’Aborto, per la Famiglia fondata sul Matrimonio fra uomo e donna e, in generale, su tutti quei principi che la Chiesa indica in modo chiaro come non negoziabili.

Io credo che se ogni cattolico facesse ciò -ed io lo faccio sistematicamente, da quando ho il diritto al voto- il Parlamento ne guadagnerebbe e non avremmo onorevoli adulteri o consiglieri comunali che non vanno a Messa e non si confessano dal giorno della prima comunione.

 

cosimo de matteis

dici di essere cattolico? Ed allora devi essere coerente.ultima modifica: 2012-03-16T23:29:19+01:00da dematteiscosimo
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