Lecce semplicemente punta alla “creazione” della Regione Salento, punto. Tutto il resto non gli interessa. Da sempre mal digerisce la palese inferiorità nei confronti di altre realtà territoriali e crede di potersene affrancare tout court con una “mossa”: staccarsi dalla Regione Puglia (e, s’intende, da Bari) ed appunto inventarsi una ulteriore nuova Regione. Il chè sarebbe persino potuto accadere –negli anni degli spreconi governi diccì succedeva di tutto, tanto pagava il cittadino. Eppure Sturzo fin da subito avvertì la Democrazia Cristiana che lo sperpero di denaro pubblico è dannosissimo- trenta o venti anni fa: oggi no.
In tempi di crisi e di tagli (piu o meno necessari: ma questo è un altro discorso) l’operazione di marketing politico in atto da un lustro –con la creazione ad hoc di liste e partiti politici ed un grande e rintronante battage mediatico-pubblicitario che includeva squadre di pallone, radio tv e giornali e persino la notte della tarantella o come si chiama- è fortunatamente destinata a fallire.
Ed a nulla varranno i tentativi –disperati ed in zona cesarini- di ipotizzare diverse strutturazioni federali e regionali dello Stivale (con l’obiettivo –s’intende- della regione salento che per taluni è oramai una vera e propria ossessione.). W la Puglia e W l’Italia dei meravigliosi comuni (le province sono una invenzione francese che i savoia e Cavour hanno imposto alla nostra Nazione)
cosimo de matteis