la morte di Maurizio Cevanini. un ricordo-testimonianza di Gianmarco Landi

la morte di Maurizio Cevanini. un ricordo-testimonianza, bologna, suicidio, gianmarco landi, commento, riflessioneLa notizia della morte, in circostanze tragiche,  di Maurizio Cevanini ha lasciato senza parole Bologna ed i bolognesi. Una delle espressioni più ricorrenti è che “ha lasciato un vuoto”. E naturalmente la cosa va ben oltre la città emiliana: era ben conosciuto il “cev” e stimato anche dai suoi avversari politici. Pubblico una testimonianza di Gianmarco Landi: egli è brindisino come me ma vive a Bologna da oltre venti anni e conosce molto bene anche la realtà politica cittadina e regionale. Vi consiglio di leggere le sue parole che riporto senza commento alcuno:

E’ un giorno triste, perchè il Cev non c’è. Era una persona seria, gentile e soprattutto umana, assolutamente inadatta a fare politica ad alto livello in una città piatta e omologata alla mediocrità come Bologna di questi ultimi tempi. Infatti con la scusa della salute, una enorme balla di stato, il partitone silurò il sogno della sua vita e gli preferì il mediocre Merola, perchè tutti i ‘potenti’ capivano che il Cev era troppo forte tra tutti i bolognesi per poterlo controllare così come esigono le necessità di un certo establishment.

Ora, ne sono sicuro, ci penserà il partitone ad appropriarsi del suo cadavere e della sua ‘verità’, unico campo dove la sinistra è irriducibile. Sarebbe bello se si potesse indagare e dire qualcosa sui rapporti tra il Cev e il suo Partito, dove il Cev non ha mai contato nulla in rapporto alle sue doti umane e alla sua popolarità. Mi ricordo quando io insieme a tutti i miei amici con i quali fondammo Forza Italia giovani a Bologna, nel 2004 fummo buttati fuori violentemente dalle liste e lui mi espresse la sua solidarietà scherzando su quello che mi era accaduto e sulle tante volte in cui anche lui era stato ‘pareggiato’ nel suo partito, anche se, a mia differenza, la sua reazione era sempre stata ortodossa, almeno fino a ieri sera.

Credo però che la verità vera, suicidio o meno che sia, soprattutto in riferimento alle sue motivazioni di valore pubblico, così come pubblico è il luogo in cui la tragedia si è consumata, non la sapremo mai. Così come nel 1980 gli 85 morti della strage della Stazione di Bologna furono coperti di bandiere rosse in piazza nonostante fossero solo di passaggio e non avessero necessariamente la falce e martello nel cuore, anche questa volta avremo una verità non vera, una verità imbandierata. Bologna sazia e disperata, vetrina di un ex comunismo che ha dovuto fare i conti e provare a cambiare anche con una mosca bianca o pecora nera come il Cev, è così.

A Dio Cev

Gianmarco Landi

la morte di Maurizio Cevanini. un ricordo-testimonianza di Gianmarco Landiultima modifica: 2012-05-09T16:22:43+02:00da dematteiscosimo
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